Il cammino evolutivo dell’uomo : alla ricerca delle radici
Ha fatto il giro del mondo la notizia data domenica dal Sunday Telegraph del ritrovamento di uno scheletro di un bambino datato circa due milioni di anni in una caverna del Sud Africa..
Gli scienziati ritengono che lo scheletro fossile a cui è stato dato il nome di Australopithecus Sediba, quasi completo, appartiene ad un primo antenato umano che può essere collocato in una fase intermedia tra l’ Australopithecus e il primo uomo evoluto, Homo habilis. Per questo motivo il ritrovamento acquista un importante significato essendo visto come una tappa fondamentale nell'evoluzione della nostra specie.
Lo scheletro è stato trovato dal professor Lee Berger, docente presso l'Università di Witwatersrand. La scoperta dei reperti è avvenuta in grotta nota come Malapa a 15 chilometri dai siti fossiliferi di Sterkfontein, Swartkrans e Kromdrai. I reperti comprendono due scheletri incompleti di circa 1,95 milioni di anni che potrebbero essere stati madre e figlio, caduti nella grotta attraverso un foro nel soffitto caverna, forse nel tentativo di accedere a un pool di acqua all'interno. La conservazione degli scheletri è così eccezionale, soprattutto quella del maschio, che la scoperta è stata paragonata a quella del famoso fossile Lucy dell'Etiopia e del ragazzo Turkana del Kenya.
La presenza delle pelvi e delle ossa degli arti permetterebbe di ricavare notizie sulla postura e il modo di camminare mentre le ossa della mano potrebbero fornire indizi circa la destrezza nella manipolazione degli strumenti in pietra.
Gli scienziati ritengono che lo scheletro fossile a cui è stato dato il nome di Australopithecus Sediba, quasi completo, appartiene ad un primo antenato umano che può essere collocato in una fase intermedia tra l’ Australopithecus e il primo uomo evoluto, Homo habilis. Per questo motivo il ritrovamento acquista un importante significato essendo visto come una tappa fondamentale nell'evoluzione della nostra specie.
Lo scheletro è stato trovato dal professor Lee Berger, docente presso l'Università di Witwatersrand. La scoperta dei reperti è avvenuta in grotta nota come Malapa a 15 chilometri dai siti fossiliferi di Sterkfontein, Swartkrans e Kromdrai. I reperti comprendono due scheletri incompleti di circa 1,95 milioni di anni che potrebbero essere stati madre e figlio, caduti nella grotta attraverso un foro nel soffitto caverna, forse nel tentativo di accedere a un pool di acqua all'interno. La conservazione degli scheletri è così eccezionale, soprattutto quella del maschio, che la scoperta è stata paragonata a quella del famoso fossile Lucy dell'Etiopia e del ragazzo Turkana del Kenya.
La presenza delle pelvi e delle ossa degli arti permetterebbe di ricavare notizie sulla postura e il modo di camminare mentre le ossa della mano potrebbero fornire indizi circa la destrezza nella manipolazione degli strumenti in pietra.
Sul sito del Sunday T. la presentazione del ritrovamento:
http://www.telegraph.co.uk/news/newsvideo/7571898/Pre-human-skeletons-offer-evolutionary-clues.html.
Su American Scientific l’articolo e la risposta del paleoantropologo Donald Johanson, il padre dello scheletro di”Lucy “ che ha sollevato questioni sul recente ritrovamento .
http://www.scientificamerican.com/blog/post.cfm?id=more-on-australopithecus-sediba-the-2010-04-09
http://www.telegraph.co.uk/news/newsvideo/7571898/Pre-human-skeletons-offer-evolutionary-clues.html.
Su American Scientific l’articolo e la risposta del paleoantropologo Donald Johanson, il padre dello scheletro di”Lucy “ che ha sollevato questioni sul recente ritrovamento .
http://www.scientificamerican.com/blog/post.cfm?id=more-on-australopithecus-sediba-the-2010-04-09
Da segnalare in uscita, in edicola, La grande storia dell'uomo, in DVD, di Piero e Alberto Angela.
Un interessante viaggio dagli inizi della nostra storia ad oggi.
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